Come salvare l'unita' del Mosaico Italia
"Corriere Fiorentino", giovedi' 16 dicembre
Orpelli celebrativi a parte, il dibattito sui 150 anni di unità nazionale è un’occasione da non perdere. Del “Mosaico Italia a 150 anni dall’Unità” (oggi, via Cavour 18, ore 17.00) discuteranno, insieme a chi scrive, a Valdo Spini e ad Enzo Brogi, due originali scrittori: Eraldo Affinati e Maurizio Maggiani. La riflessione sul cammino unitario del popolo italiano non investe solo questioni di carattere politico. Infiniti sono gli spunti di carattere artistico-letterario (come nel libro di Affinati, “Peregrin d’amore”, ed. Mondadori). Le passioni dell’epopea risorgimentale propongono, del resto, non pochi spunti di carattere narrativo. Nell’ ultimo libro di Maggiani, “Meccanica celeste” (Feltrinelli), non è un caso se uno dei personaggi femminili porta il “garibaldino” nome di Anita.
Un percorso fatto di mille identità ( di moderati e democratici, repubblicani e monarchici), quello risorgimentale, il cui incanalamento nella strategia sabaudo-cavurriana rese possibile la concretizzazione dell’Unità. Che fu di segno moderato e, soprattutto, “piemontese”.
Indro Montanelli, in merito alla “piemontesizzazione” di Firenze, capitale “provvisoria” d’Italia, polemizzava con Mack Smith.
La nuova “forma stato” prese corpo in un processo di inclusione/esclusione che colpì il Meridione , ma anche altre aree della penisola. Come il Sud della Toscana. Nel prossimo volume di “Testimonianze” (che al “Mosaico Italia” è dedicato), Lucio Niccolai ricorda la vicenda di David Lazzaretti, ” profeta dei poveri” dell’Amiata, ucciso a fucilate dai regi carabinieri.
Con tutti i rilievi critici a cui la nostra storia unitaria si presta, sarebbe tuttavia un rischio mortale quello che correremmo se cessassimo “di essere una nazione” .
Il “mondo globale” riconfigura il ruolo degli stati-nazione. Che devono ripensarsi, senza smarrire la propria identità, nella dimensione dell’interdipendenza planetaria.
Coesione nazionale e valorizzazione delle differenze comportano la capacità di portare l’Italia, tutta intera, fuori dalla crisi, ancorandola all’Europa e ripensando la nostra unità statuale in rapporto alla sfida federalista.
D’altra parte, non è solo in relazione alla storica discussione dei rapporti fra meridionali e settentrionali che si definisce oggi l’ identità del Paese.
Sono non pochi i “nuovi italiani”, di recente immigrazione, che, insieme a tutti gli altri, hanno da misurarsi con l’eredità di una storia e con le sfide attuali cui va incontro il “mosaico Italia” a 150 anni dalla sua unità. |