Il ricordo (sereno) che merita padre Balducci
"Il Corriere Fiorentino", 8 settembre 2011
Viene ricordato, in questo 2011, il 60° anniversario dell’elezione di La Pira. L’anno prossimo, ci sarà un’ altra importante ricorrenza. Il ventennale della scomparsa di Ernesto Balducci. Fu, il suo, un funerale “itinerante”. L’ultimo saluto gli fu dato, prima, alla Badia Fiesolana con il suono dei flauti andini; poi, in Duomo, dove il card. Piovanelli rese omaggio a quel figlio indocile, e fedele; infine, a Santa Fiora, sull’ Amiata. Dove riposa in un cimitero sulle cui pietre tombali sono scritte fatiche, speranze e utopie della popolazione della montagna. Sono sepolti, accanto a lui, i “martiri di Niccioleta”, minatori fucilati dai nazisti, il “santo” David Lazzaretti, ottocentesco profeta dei poveri, ucciso da un regio carabiniere, il deputato Nando Di Giulio, capogruppo del Pci ed amico del prete Ernesto Balducci.
Quando Balducci se ne andò, vasto fu il cordoglio e molti i commenti. Non tutti di apprezzamento. Indro Montanelli si chiese, sgradevolmente, come Balducci avesse potuto sostenere le sue particolari posizioni “travestito da frate”. A distanza di venti anni, percorsi come il suo possono essere ripensati con serenità di giudizio.
Fu uomo del Novecento, Ernesto Balducci. Di quell’epoca ha vissuto passioni e contraddizioni. Fu, in un certo senso, nella società e nella chiesa del tempo, anche “uomo di parte”. Ma soprattutto “uomo del dialogo”. E come strumento del dialogo fondò la rivista “Testimonianze”, il “focolare” (come diceva ) “ a cui mi seggo per incontrare le generazioni che si succedono”. Il “prete meno clericale che conosco” lo definì La Pira. Il suo impegno era teso alla difesa, sul piano storico, della dignità dell’uomo, ma il suo orizzonte di fede era fermo nel riferimento all’ “asse evangelico”. Capì, come altri, in ritardo lo sgretolamento del mondo del “socialismo reale”, ma ne prese atto in un significativo scritto: “La lunga marcia dei diritti dell’uomo”. Alcune sue intuizioni hanno anticipato i temi degli anni 2000: l’ “uomo planetario” e i “problemi assoluti” dell’ età planetaria. Come l’elaborazione di una nuova idea di cittadinanza legata ai movimenti di popolazione.
E’ stato idealmente un “cittadino del mondo”, Ernesto Balducci, ed è stato un grande cittadino di Firenze e della Toscana. Spetta a Firenze e alla Toscana predisporsi a ricordare, in maniera non celebrativa, il significato di una lezione. Che, al di là delle divisioni del passato, appartiene a tutti. |