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I regimi passano. Le citta' restano e si riparlano.
Pubblicato su "il Corriere Fiorentino" mercoledi' 7 dicembre

Torna all’antico, Firenze? Apparentemente, sì, con l’incontro dei sindaci di città di tutto il mondo (dall’ 8 all’11 dicembre) che evoca memorie lapiriane. Ma il concetto è relativo: le iniziative del “sindaco santo” si mossero nel senso di una straordinaria anticipazione dei tempi. I tempi dell’interdipendenza planetaria in cui “globale” e “locale” si toccano e interagiscono. A Firenze tale dimensione era già stata evocata nell’ “era di Yalta”, in piena“guerra fredda”. D’altra parte, come ha sottolineato Matteo Renzi, schermendosi rispetto a meccanici accostamenti, La Pira “era un profeta”. Ed era capace di imprese sorprendenti: portando persino i sindaci delle “capitali del comunismo ateo”, Mosca e Pechino, in Santa Croce in nome del sogno di pace del poverello di Assisi. Certe sue intuizioni mantengono intatta validità, come quella secondo cui gli stati (e i regimi) passano, mentre le città restano.Come ha insegnato l’89 e come confermano le rivoluzioni mediterranee
E’ significativo che la “cultura delle città” torni, oggi, in primo piano. Ci saranno aspetti scenografici nella Firenze che si illuminerà ad accogliere i rappresentanti di realtà urbane di ogni parte del pianeta, ma è auspicabile che vi sia anche molta sostanza nel confronto sui temi  della cooperazione, dell’ innovazione, della qualità della vita e della condivisione delle risorse. Un tema, quest’ultimo, su cui sarà incentrata anche la “Giornata per un equo sviluppo globale” della Regione Toscana del 21 Dicembre. “Il pane è per tutti” è l’impegnativa  suggestione di un evento che si terrà in Palazzo Sacrati Strozzi, con interventi di Vandana Shiva e Predrag Matvejevic (autore di “Pane nostro”) e con uno spettacolo dedicato, in un ideale dialogo con la cultura materiale di altre parti del pianeta, a Pellegrino Artusi, che contribuì a realizzare l’”unità nella diversità” dei gusti gastronomici del nostro Paese.
In una città-simbolo come Firenze, il tema dell’interdipendenza viene riproposto, in un particolare periodo dell’anno che a tutti, credenti e non credenti, ricorda l’ antico messaggio di pace rivolto ad uomini e donne di buona volontà.
In una temperie che impone di rimodulare  stili di vita e di pensare un’adeguata “antropologia della crisi”, ci sono valori che invitano ad uscire dal ripiegamento e ad aprirsi ad una dimensione in cui i confini della città coincidono con quelli del mondo.

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