Senza bombe per la liberta' di Ganji e dell'Iran
L'Unita', 11 Giugno 2006
Akbar Ganji a Firenze. La notizia ha il carattere dell’eccezionalità. Fino a pochi mesi fa, come si ricorderà, lo scrittore e giornalista iraniano si trovava nelle carceri di Teheran in condizioni disperate,dopo un prolungato sciopero della fame attuato per protesta contro le vessazioni subite.
Pagava, Ganji, il prezzo della sua battaglia per aprire spazi di libertà all’interno della società iraniana soffocata dal potere autoritario del regime degli ayatollah. In favore di Akbar Ganji, divenuto un testimone della libertà dopo aver creduto in gioventù nell’ apparente spinta rigeneratrice della rivoluzione di Khomeiny, si era mobilitata l’opinione pubblica democratica internazionale. Firenze e la Toscana avevano fatto la loro parte. Nello scorso Novembre ad una delegazione di democratici iraniani fu consegnato, a Siena, il premio giornalistico “ISF- Città di Siena”, assegnato al coraggioso “dissidente” di Teheran. La delegazione iraniana fu anche ricevuta in Consiglio regionale, dove fu proiettato un video con un toccante appello della moglie di Ganji.
Il 18 Marzo scorso Akbar Ganji è stato liberato. Adesso ha avuto il permesso di uscire dall’ Iran. Sarà in Toscana dal 12 al 14 giugno. Lunedì, alle 18.00, riceverà in Palazzo Vecchio la cittadinanza onoraria di Firenze. Martedì, alle 15.00, in Via Cavour 4, riceverà l’ onoreficenza del “Gonfalone d’argento” dal Consiglio regionale della Toscana.
Prima di venire in Italia, lo scrittore iraniano è transitato per Mosca, dove ha ricevuto il riconoscimento internazionale della “penna d’oro”. Akbar Ganji, con grande levatura intellettuale, parla dell’ ideale (ricavato dall’insegnamento filosofico di Kant) di un mondo costituito universalmente di regimi democratici che non si facciano più la guerra fra loro. Parla, pur rimanendo musulmano- con un eclettismo di sapore gandhiano- del comandamento cristiano dell’amore. Sostenendo, però, che nell’età della mondializzazione, il prossimo è rappresentato dall’intera umanità. Il pensiero nonviolento e liberale di Akbar Ganji è un’importante testimonianza a favore della possibilità di conciliare islam e democrazia.Per questo il suo nome sta diventando sempre più un punto di riferimento per quella parte della società iraniana non piegata nonostante la sconfitta della “primavera” impersonata dall’ex presidente Khatami. L’uscita di scena di quello che fu salutato come il “Gorbaciov iraniano” e l’avvento al potere del “duro” Ahmadinejad serra di nuovo l’Iran in una morsa autoritaria. E proietta su quell’area del mondo le ombre minacciose di una possibile e devastante crisi internazionale(nonostante recenti accenni di dialogo fra Teheran e l’Occidente). Sostenere Ganji e i democratici iraniani ha, oggi, anche questo significato: con Teheran non servono minacce di bombardamenti o di avventure militari. Serve una ferma e pacifica campagna internazionale per sostenere diritti umani e società civile in quel grande Paese. Un coraggioso “testimone del tempo” come Akbar Ganji è questo che viene a chiedere.
E’ importante che i cittadini toscani, con la loro vicinanza, esprimano un pieno sostegno alla sua battaglia di libertà.
Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
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