“Prima le donne e i bambini”. Potrebbe essere così sintetizzato il senso del coraggioso impegno dell’iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace 2003. In una società in cui le donne e i minori sono nettamente discriminati, l’avvocato Ebadi si è sistematicamente dedicata alla difesa dei loro diritti. Il suo “Centro per la difesa dei diritti umani” è un punto di riferimento della società civile che, in Iran, lotta per la democrazia. Oggi, Firenze ha l’opportunità di incontrarsi con questa personalità-simbolo della cultura dei diritti. “Una vita per la cultura dei diritti” è il titolo della “lectio magistralis” che Shirin Ebadi terrà (alle 16.00, nella suggestiva cornice della Galleria dell’ Accademia di Via Ricasoli) su invito del Consiglio Regionale. Dopo essere stata ricevuta dal presidente Riccardo Nencini e dai capigruppo, al mattino, alle 9.30, in Palazzo Panciatichi. Ad ascoltare Shirin Ebadi ci saranno anche gli iraniani di Firenze. In particolare, quegli studenti che, con tenacia e fantasia hanno animato, in quest’ultimo periodo, le manifestazioni tenutesi in città per solidarizzare con l’ “onda verde” del movimento riformista del loro Paese e per protestare contro la  spietata repressione  da cui esso è colpito.
Shirin Ebadi sulle ultime vicende ha assunto posizioni inequivocabili. Rilevando la non credibilità dei risultati della recente consultazioni elettorali proclamati dal regime e sostenendo l’istanza del ritorno alle urne. Le stesse richieste che a Teheran continuano ad essere urlate, nottetempo, dai tetti  e che cellulari e messaggi twitter continuano ad inviare al mondo sfidando censura e blocco delle comunicazioni. Una sorta di  rischioso apprendistato democratico sul campo, quello dei giovani di Teheran, che suscita ammirazione e che ci impartisce una lezione.
Shirin Ebadi, con indiscussa autorità morale, viene a ricordarcene la valenza ed a chiederci di non far scivolare nell’oblio le immagini di un dramma che direttamente ci interpella.

Severino Saccardi