Nel “mondo globale”- non è un paradosso- tra città e regioni del mondo si va tessendo una rete  di rapporti  al di là delle frontiere fra stati.
Che  tale tendenza sarebbe andata  avanti venne a spiegarlo- ricordo- un consigliere di Bill Clinton, nei primi anni ‘90, all’Università Europea di S. Domenico. Parole dall’eco  familiare. L’importanza della solidarietà fra le  comunità locali del mondo era  stata già preconizzata da La Pira. Sembrava una stravaganza; era un’ intuizione. In anni recenti, molti Comuni toscani hanno animato attività di “cooperazione decentrata” con il Sud del mondo .  “In proprio”  o sostenendo l’associazionismo. Si costruiscono pozzi,  si sostengono ambulatori, si finanzia il “microcredito”. Si incentivano forme  di reciproca conoscenza. Adesso, il mondo della cooperazione è in allarme per un’ordinanza di rinvio a giudizio della Procura della Corte dei Conti nei confronti dell’ex sindaco di Lastra a Signa per finanziamenti a progetti di cooperazione. Per la Corte dei Conti, è illegittima, quella deliberazione,  perché “la spesa attiene ad un’attività  (…) priva di utilità corrispettiva rispetto alle esigenze della collettività amministrata”.
Presto, la sentenza. Che avrà un peso, forse, al di là della vicenda ricordata. Il timore è che se ne tragga spunto per rimettere in discussione la cooperazione decentrata degli enti locali. Ne risulterebbe compromesso un bel patrimonio di  relazioni. Che anche il Governo nazionale ha valorizzato chiedendo alle  Regioni (in primis,alla Toscana) di contribuire al soccorso umanitario  a Gaza.
A riguardo, una mozione di alcuni consiglieri regionali,  senza entrare in competenze altrui in merito alle questioni giuridiche, ricorda che l’attività di cooperazione ha un “ ruolo di stimolo alla crescita sociale e culturale di tutta la comunità locale”. Quei (pochi) soldi inviati, per solidarietà, in paesi lontani non ci impoveriscono. Ci rendono, dal punto di vista etico, più umani e più “ ricchi”.

Severino Saccardi