Europa, una ragionevole speranza
Il Nuovo Corriere di Firenze, 25 maggio 2009
Il 7 Giugno si vota per il Parlamento Europeo. Quasi in sordina. E’ miope rimuovere il Tema-Europa. Il filosofo Paolo Rossi lo sottolinea nel libro “Speranze” (Marsilio). Che annovera tra le “ragionevoli speranze” del nostro tempo proprio la realizzazione dell’Unione Europea. Segnata da limiti e contraddizioni, e tuttavia, impensabile fino a pochi decenni fa. Certo, l’Europa deve, insieme, conservare la memoria di quel che è stato e compiere decisi passi in avanti. Il 2009 è il ventennale della caduta del Muro, che aprì la strada alla “grande Europa”. Si devono operare scelte conseguenti per evitare che l’attuale crisi economica innalzi “nuovi muri” fra la parte occidentale e l’ area centro-orientale del continente. Sul proscenio internazionale, soprattutto, l’Unione Europea dovrà imparare a parlare con una sola voce. Per essere, unitariamente, attiva promotrice di una politica internazionale di distensione e dialogo. Una politica che sappia, anche, porre con coraggio la questione del rispetto dei diritti umani nei diversi contesti (Iran, Birmania, Medio Oriente…) in cui essi sono evidentemente misconosciuti. L’Unione Europea, sui temi del “governo della globalizzazione”, dovrebbe ambire a “pensare in grande”. L ‘originaria premessa della caduta del Muro può essere rintracciata, già negli anni settanta, nella Conferenza di Helsinki (su sicurezza, cooperazione economica, libertà di movimento) , che mise a confronto Paesi dell’Est e dell’Ovest (insieme a Stati Uniti e Canada).
Oggi, i temi dello sviluppo, dei diritti umani, delle migrazioni, avrebbero bisogno di un analogo “tavolo” di concertazione fra Paesi della sponda sud e della sponda nord del Mediterraneo e, più in generale, fra Europa ed Africa. Tempo addietro, alcuni intellettuali africani auspicavano la realizzazione di una “Helsinki per il Nord-Sud”. E’ con progetti di tale respiro che le istituzioni europee dovrebbero, probabilmente, misurarsi per essere all’altezza delle sfide del tempo.
Severino Saccardi
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