Giorni simbolo da cui imparare
Il Firenze, 11 giugno 2007
Giovedì 7 Giugno. Su Firenze pioggia battente che fa tracimare i tombini, penetra nelle cantine e nelle case. Non hanno possibilità di farvi argine gli scarsi mezzi a disposizione e gli infaticabili vigili del fuoco. Sabato 9 Giugno. Ultimo giorno di scuola: il “gavettone day”. Frotte di ragazzi sciamano dalle aule, corrono per strade e giardini. Fradici di acqua, ma anche coperti di farina, di spray, di tuorli di uovo. Un carnevale fuori stagione? Forse. Ma si rischia di farsi seriamente male. Su tutto domina un segno, un po’ cupo, di goliardia. Che anima lo spirito del branco che porta giovani
intelligenti a gesti sconsiderati.
Domenica 10 Giugno. “Palazzo aperto” nella sede del Consiglio regionale. E’ la giornata della piccola editoria. Si parla di arte, di letteratura, di cultura e società. Si espongono libri e riviste, che i cittadini consultano, ascoltando musica e degustando prodotti gastronomici. Molte librerie, in città, sono aperte.
Tre giornate-simbolo a Firenze. Giornate che, con la forza di una metafora, stimolano accostamenti di immagini e invitano a ricavarne una lezione. Si è impreparati a governare cambiamenti che spesso assumono una forza sconvolgente. Molti equilibri sono saltati: dalla tradizionale regolazione del vivere urbano, alla prevedibilità del clima, al rapporto fra generazioni. I giovani chiedono, con le loro intemperanze, uno scatto di autorevolezza al disorientato mondo adulto. I vecchi, in crescita esponenziale, vivono una marginalità speculare a quella dei giovani. Le generazioni “di mezzo” si sentono schiacciate fra le richieste giovanili ed il peso degli anziani. La società e la città devono ripensare se stesse. La politica deve favorire un nuovo patto fra le diverse fasce di età della popolazione.
Ma c’è una questione di identità, di ricostruzione di un tessuto di cultura e di amore del bello cui tutti, giovani, adulti e anziani possono contribuire.
C’ è la cultura che vive nel volontariato, nella piccola editoria e nell’associazionismo. Che in una domenica di Giugno a queste realtà venga dato spazio è un piccolo segno. Ma indica una strada.
Il monito di Pasolini non va scordato. Solo se si mantiene un canale di comunicazione fra il “palazzo” istituzionale e la realtà viva del “mondo esterno”, c’è speranza che, nonostante tutto, la nostra non sia una società perduta.
Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
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