Ricordi passati e ansie dell' oggi
Il Firenze, 27 gennaio 2007
Nel Giorno della Memoria mi sono recato, in rappresentanza del Consiglio regionale, presso il piccolo cimitero della Badiuzza. Incastonato nelle belle colline presso Rignano sull’Arno. Sono terre che conosco. Ho insegnato, per tre anni, a Rignano.
Siamo convenuti, in rappresentanza di istituzioni, associazioni, comunità religiose per rendere omaggio alla famiglia Einstein. Che fu sterminata, nel 1944, dalle SS. La strage avvenne nella villa di famiglia, in località Focardo.
La straziante vicenda è narrata da Lorenza Mazzetti nel libro: “Il cielo cade” (ed. Sellerio). I fratelli Frazzi, registi dal tocco delicato, ne hanno ricavato un film toccante. E’ la storia del mondo visto con gli occhi di una bambina: Lorenza, che vive, con la sorella più piccola, dopo aver perso i genitori, nella villa dello zio Robert Einstein. Cugino del grande Albert. Robert è ebreo. La moglie Nina Mazzetti e le due figlie sono valdesi. Ne “Il cielo cade”, l’autrice, cui fu risparmiata la vita perché cattolica e “ariana”, racconta l’ orribile violenza compiuta per odio “razziale”. E’ una furia che irrompe in un contesto che fino ad allora, pur in mezzo a ristrettezze,ha lasciato spazio ai giochi comuni dei bimbi (quelli della villa e i figli di contadini). Nina e le figlie cadono sotto il piombo nazista: pagano la “colpa” di essere strette congiunte di un ebreo.
Robert, che si è unito ai partigiani, si suiciderà sconvolto dall’eccidio.
Alla Badiuzza, i ragazzi della scuola depongono una corona. C’è intenso raccoglimento. Nelle orazioni si mescolano ricordo del passato e preoccupazione per l’oggi: un mondo in cui ancora vi è guerra, tortura, fame, violazione dei diritti umani; in cui si nega la Shoah e si minaccia Israele di distruzione.
Alla cerimonia non vi sono ebrei: è Sabato. Ma il principale pensiero è per loro.
Parlano la rappresentante dei valdesi e il parroco del luogo. Dice parole semplici sull’eterna compresenza di Caino e Abele. Poi, insieme ai valdesi , recita il Padre nostro. Parole antiche, che risuonano nell’incantato scenario delle colline circostanti. E che sembrano avere un un suono mai udito. Chiamano in causa la nostra responsabilità di uomini e donne che operano nella storia.
Vengono intese, in rispettoso silenzio, anche dai non credenti.
Sono dette con voce piana e intensa: “Liberaci dal male”. Amen.
Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
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