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Un mondo di citta'
Il Firenze, 19 novembre 2007

Giorgio La Pira era un fautore del ruolo delle comunità locali nella “diplomazia dal basso” capace di avvicinare i popoli fra loro. “Gli stati passano, i confini mutano, le città restano”. Era un concetto, da lui sottolineato, che l’ Ottantanove avrebbe confermato. Aveva lavorato a lungo, Giorgio La Pira, per la distensione, con iniziative incentrate sul rapporto fra le città. Come quando convocò sindaci da tutto il mondo (anche quelli di Mosca e di Pechino) in Santa Croce a dialogare, nel nome di San Francesco. Purtroppo, non sarebbe stato soltanto un lineare percorso di pace quello seguito alle rivoluzioni “neogandhiane” (secondo la definizione balducciana) capaci di far crollare il Muro ed il “socialismo reale”. Le pulsioni violente si sarebbero rivolte, spesso, proprio contro le città. Così fu, nell’ex Jugoslavia, con il bombardamento di Vukovar e l’ assedio di Sarajevo. Vi fu chi parlò di “urbicidio”, di “assassinio” delle città. Era stato l’odio contro la civiltà urbana a spingere Pol Pot a riempire di corpi delle vittime le risaie cambogiane. Anche oggi vi sono città lacerate. Gerusalemme,
città della non-guerra e della non-pace. Beirut, centro della Terra dei “diciotto nomi di Dio”, minacciata da rinascenti contrapposizioni politico-religiose. Bagdad, ferita dall’occupazione militare, dagli scontri e dal terrorismo.
Sono un grande deposito di cultura, le città del mondo. Sono anche un concentrato di
contraddizioni, nell’età delle megalopoli, gonfie di iniquità sociali ed emergenze ambientali, mentre la popolazione urbana sta superando la popolazione rurale del pianeta. E’, comunque, proprio dalla “rete” delle città che possono partire istanze di pace, sviluppo, cultura dei diritti.
E’ con questo segno che, in Palazzo Vecchio, si terrà, in settimana, l’ incontro di sindaci di ogni parte del mondo, organizzato dall’ associazione Majors for peace (Sindaci per la pace). Ci saranno anche sindaci provenienti dall’ Iraq e dall’ Iran che Sabato mattina dovrebbero essere ospitati in Consiglio regionale. Convinto che la convivenza urbana esprimesse una sorta di “comunità naturale”, simbolo
dell’intera comunità umana, La Pira ribadiva: “Non si possono distruggere le città”. Un monito che, da Firenze e dalla Toscana, viene riproposto, con significativa pluralità di voci, alla coscienza del mondo intero.


Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana

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