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Il PD e la questione democratica
Il Firenze, 23 aprile 2007

 
La gestazione del Partito democratico non sarà semplice. Ma il processo è stato, comunque, varato, tra fremiti emotivi, a Firenze. Al congresso dei Democratici di sinistra. E al congresso della Margherita, a Roma. Non è solo un affare interno al ceto politico. Qualcosa cambierà davvero. Certo, perplessità sulla strada imboccata (e rappresentata nella scenografia dell’assise diessina) non mancano.
L’opposizione alla scelta effettuata si è espressa, con accenti diversi, negli interventi di Angius e di Mussi. Con motivazioni,talora, non banali. Ma manca, in tali posizioni, la percezione dell’importanza che un processo di semplificazione può comportare nel quadro d’insieme della politica nostrana. E non può non colpire come la sindrome della separazione torni a ferire la sinistra italiana. Ma, al di là della “cucina politica”, è bene concentrarsi sul tema centrale cui il nome del Partito prossimo venturo dà forte sottolineatura. Quello della democrazia. Che non ha tratti generici o risaputi. E che
è forse il tema di fondo del nostro tempo. Ereditato dal sofferto travaglio del secolo appena trascorso.
Ci sono stati momenti in cui la mala coscienza ideologica contrapponeva democrazia sostanziale (quella dei diritti sociali) e democrazia formale (quella della libertà di voto e di parola). In verità, è difficile che senza libertà prosperino attenzione ai deboli e cura delle pari opportunità. La “questione
democratica” è una sfida che ha le dimensioni stesse del pianeta. E che si ripropone, in termini nuovi, anche nei paesi occidentali. Dove libertà e istituzioni democratiche appaiono come un dato acquisito e “naturale”. E vivono, però, in una crescente separatezza dalla società, che dobbiamo registrare con allarme. Dove la democrazia è consolidata, c’è bisogno di meccanismi nuovi di partecipazione alle scelte che tutti ci riguardano. E’ necessario che lo spazio politico venga occupato da forze giovani. La
democrazia è questione universale che, in modi diversi, sfida paesi liberi e paesi in cui i diritti fondamentali sono negati. E’ un valore che, ovviamente e per fortuna, va ben oltre la ragion d’essere di un partito.Ma averne evocato la rilevanza non è cosa da poco. Va incontro a nuove sfide, a prospettive inedite, la strada che, nell’ Europa liberata dal nazifascismo, ha iniziato a snodarsi nel lontano 1945.


Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
 

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