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Pena di morte: impegno per la questione Iran
Il Firenze, 30 novembre 2007

La comunità internazionale ha fatto significativi passi avanti in direzione della moratoria della pena di morte. Ma non sono pochi, nel mondo, i regimi che di sospendere la pena capitale non ne vogliono sapere. Tra questi, la Repubblica islamica iraniana.
La “questione Iran” sarà al centro, in Toscana, di due importanti iniziative fra loro strettamente collegate, il prossimo 30 Novembre. Proprio nel giorno che ricorda la data del lontano 1786 in cui fu presa la meritoria decisione di abolire, per legge, il boia. Un risultato dei principi dell’illuminismo. Principi che fanno ancora fatica ad affermarsi in troppi punti del “mondo globale”.
Come viene a testimoniare la delegazione curdo-iraniana che la mattina del 30 sarà a Siena (per il premio giornalistico Città di Siena) ed il pomeriggio, alle 16.00, sarà ricevuta (in un incontro aperto al pubblico), a Firenze, nella sede del Consiglio regionale ( Via Cavour 4). Della delegazione faranno parte la sorella ed il fratello di due giornalisti iraniani della comunità curda: Adnan Hassanpour e Hiwa Boutimar. Incarcerati, e già condannati a morte, per “attività illegali”. In realtà, e in sostanza, per aver assunto posizioni critiche contro il regime . L’ organizzazione “sovversiva” con cui i due reporters hanno collaborato è il Partito democratico del Kurdistan iraniano ( appartenente all’ Internazionale socialista). A chiedere solidarietà con i due “prigionieri di coscienza” sarà , tra l’altro, Hassan Charafi, che del Partito è segretario generale aggiunto.
Qual è attualmente la situazione di Hiwa e Adnan? Per il primo, la Corte ha accettato una revisione del processo, mentre la pena capitale è stata confermata per il secondo. Che sta effettuando un devastante sciopero della fame. Come quello attuato, tempo addietro, dal “dissidente” iraniano Akbar Ganji, cui il Consiglio regionale espresse unanime solidarietà. Che il Consiglio si trovi di nuovo unito nel chiedere salvezza e libertà per Hiwa e Adnan è un fatto importante. E denso di implicazioni politiche: impegno, da riconfermare universalmente, contro la pena di morte; attenzione alla causa dell’autodeterminazione e della salvaguardia dell’identità dei popoli ( cui la “questione curda” conferisce, in negativo, drammatica evidenza); riaffermazione del valore dei diritti umani, di cui fa ribadita l’universalità al di là della varietà delle culture . Un plauso all’impegno di Information Safety and Freedom, associazione a difesa della libertà di stampa nel mondo la cui attività
rappresenta un monito contro la rimozione di questi temi. Temi che impongono l’assunzione da parte dei paesi democratici di una strategia pacifica che, pur rifiutando opzioni sciagurate come quella dell’ “esportazione” (armata) della democrazia, sappia rispondere al richiamo che sale dalle troppe parti del mondo in cui i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sono lettera
morta.


Severino Saccardi
Consigliere regionale della Toscana
Direttore di “Testimonianze”

Testimonianze rivista laica fondata da Ernesto Balducci
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