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Giovani, non chiudete gli occhi
Il Firenze, 24 Settembre 2007

 
E’ schizofrenica, la società degli anni duemila. In cui imperano i moduli di un dilagante giovanilismo. In cui, però, alle generazioni più recenti sono negati partecipazione e valorizzazione delle competenze. C’ è uno stereotipo che vuole i giovani individualisti e non interessati a temi politici e sociali.
Scrivo da testimone a discarico. Ho conosciuto, e frequento, giovani lontanissimi dal cliché dominante. Si possono incontrare ovunque. Di fronte al cancello di un carcere. Dove una giovane agente di custodia mi abbraccia, riconoscendo nel consigliere regionale in visita il suo ex professore.
O in occasione di iniziative della Mediateca regionale, dove incontro Camilla, che si occupa di comunicazione e che ricordo piccolissima, quando ero maestro elementare e,insieme, cercavamo sui libri i segreti del lupo e della vita nei boschi.
Da noi, non trovano sbocchi, i giovani. Nel “mondo globale”, se ne vanno altrove a cercare valorizzazione. Così Vanni, che, dall’Università di Madrid,mi propone meditati articoli sulla transizione cubana. Così Leonardo che nel lontano Oriente cerca di carpire con la videocamera storie, drammi, prospettive di futuro. Con filmati sul Nepal degni di un professionista affermato.
Così Federico, che scrive sulla Birmania in lotta per la democrazia, dove ha soggiornato.
Non sono pochi i giovani che hanno occhi aperti sul mondo.Ne ho in mente molti (Giulia, Tommaso, Paola, tanti altri) dei quali mi rincresce di non poter qui parlare. Giovani che chiedono implicitamente una politica diversa. Che sostituisca alle sepolte ideologie non il puro pragmatismo della gestione del potere, ma il riferimento imperativo alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Diceva Ernesto Balducci che “Testimonianze” ( da lui ideata nel 1957) “ resta il focolare a cui ancora mi seggo per incontrare le generazioni che si succedono e mi trasmettono il respiro sempre nuovo del mondo”.
Presentare il volume speciale della Rivista con la raccolta antologica dei suoi scritti, intitolato Ascoltare il respiro del mondo ( 26 Settembre, ore 17, in palazzo Vecchio, con Vannino Chiti, Sergio Givone, Giulia Rodano, Andrea Cecconi), vuol dire riandare al senso profondo della lezione del suo fondatore. Che se n’è andato a settanta anni con l’animo e lo sguardo di un giovane con gli occhi spalancati sul futuro.


Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
 

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