L'anima delle citta'
Il Corriere di Firenze, 28 luglio 2008
Chi sarà il futuro sindaco di Firenze? Si parla di profili dei possibili candidati. Meno ci si confronta però sui progetti politico-culturali.
Firenze ha avuto grandi sindaci. Come Mario Fabiani. Comunista, ma con una naturale vocazione alla libertà di pensiero. Significativo un aneddoto (vero o verosimile) che su di lui si racconta. Al momento della morte di Stalin avrebbe rimbrottato i compagni piangenti, con toscanissimo sarcasmo: “O che piangete, bischeri ! E’ morto un tiranno”.
Dopo Fabiani, l’ epoca di Giorgio La Pira segna una grande stagione. La Pira, eletto come indipendente Dc, è il sindaco che si schiera con i lavoratori della Galileo e della Pignone. E’ il sindaco che intende dare un volto nuovo alla città (avvalendosi di un urbanista come Detti). E’, soprattutto, il sindaco che investe sul ruolo di Firenze come città del mondo,della pace, della cultura.
Un’idea che sarà cara anche al sindaco Pci Elio Gabbuggiani. Altro spirito libero che, contro i ritardi del suo partito, aprì le porte di Palazzo Vecchio ai “dissidenti” dell’ Est .
Altri tempi, certamente. Tempi, va detto, al di là della grandezza dei percorsi che vi si stagliano, caratterizzati da asprezze e lacerazioni ideologiche.
Non a caso, uomini come quelli ricordati, hanno dovuto misurarsi con incomprensioni e polemiche. Non si tratta di mutuare ricette dal passato. Ma delle esperienze che ci stanno alle spalle si può apprendere la lezione. Che ricorda che il dibattito sulle candidature ha senso se si rapporta a tematiche e scelte strategiche. E’ fondamentale l’intuizione che guidava i grandi sindaci del passato. Avere un’idea di città. Un’idea-guida alla soluzione dei problemi del presente: il rapporto città-area metropolitana, la convivenza; il rapporto fra patrimonio artistico e cultura della contemporaneità; il ruolo internazionale di Firenze.
Le città hanno un’anima. Compete alla (buona) politica e al (buon ) governo sapersi porre in sintonia con l’anima della città. |