Casa Europea e Villaggio Planetario
Nuovo Corriere di Firenze, 10 novembre 2008
“In effetti ogni poesia/potrebbe intitolarsi ‘Attimo’ ”: sono folgoranti versi della polacca, premio Nobel, Wislawa Szymborska. Brani della Szymborska, di Czeslaw Milosz (autore de “La mia Europa”), di Zbigniew Herbert e del papa-poeta Karol Wojtyla sono stati letti ieri da Marcellina Ruocco ed Enzo Lenzetti, a Firenze, durante la Festa dell'indipendenza della Polonia. A seguire, musiche di Chopin, di Paderewski, di Lutoslawski, di Brouwer. Un’occasione per riflettere sulla cultura di una parte della nostra Europa. Che cosa conosciamo di un Paese che storicamente ha dovuto battersi per avere un proprio spazio, stretto fra Russia e Germania? Sui nostri manuali c’è poco della lotta della nazione polacca per la difesa di un’ identità che, per l’adesione al cattolicesimo, l’ha portata ad essere definita “Giuda della Slavia”.
Ne ha scritto delle belle pagine lo studioso dell’ Europa centro-orientale Mauro Martini, scomparso pochi anni fa. Del resto, poco ricordiamo delle vicende (e tragedie) polacche nel “secolo breve”. Del Paese del campo di sterminio di Oswiecim/Auschwitz, devastato dalla guerra e poi sottoposto al “socialismo reale”. Di una storia che ha, in seguito, condotto all’elezione a papa di Karol Wojtyla ed all’esperienza di Solidarnosc. Sintesi di cattolicesimo popolare e cultura laica. Dal “caso polacco” si possono ricavare considerazioni più generali.
L’avanzamento dell’unità dell’Europa è questione non solo di tipo economico e politico, ma anche culturale. Solo a partire dalla conoscenza, e dal riconoscimento, della pluralità delle sue “storie”, il vecchio continente può costruire un’ identità comune.
Molto si è parlato, con la vittoria di Barack Obama alle presidenziali Usa, di un nuovo “multilateralismo” internazionale e di una “nuova frontiera” di carattere globale.
La “casa comune” europea, valorizzazione di un’interna pluralità di identità, è chiamata ad essere parte integrante del “villaggio planetario” del nostro futuro prossimo. |