Una porta del Sole per i tempi bui
Il Corriere di Firenze, 13 ottobre 2008
Si chiama come la “Puerta del Sol”di Madrid. “Porta del Sole” è l’intitolazione di un monumento inaugurato, sabato, in un angolo di Toscana. A S. Pietro in Palazzi (Cecina). Chi scrive era presente, in rappresentanza del Consiglio regionale, con il sindaco, il critico d’arte Vania Partilora e l’autrice, la scultrice Silvana Fiore, di radici elbane e di profilo europeo. Perché parlare della “Porta del Sole” (un obelisco di parallelepipedi sovrapposti, sormontati da una simbolica apertura verso l’infinito)? Perché è una realizzazione (la cui fusione, su progetto iniziale di Vania Partilora, è stata operata a Greve in Chianti) di una portata che va oltre l’ambito locale. Nei parallelepipedi che si innalzano al cielo sono impresse le vicende del territorio della Maremma settentrionale. Ma, nell’alternarsi delle incisioni in bronzo ai blocchi in acciaio inox (lisci come le pagine di un futuro da scrivere), è implicito il riferimento ai travagli, e alle speranze, dell’insieme della gente toscana in una prospettiva tendente all’universalità. Non molto distanti da Cecina, vi sono le ex località minerarie: Gavorrano, Ribolla. Che evocano sofferenze e sfruttamento. Ma anche un’ineguagliabile cultura del lavoro. Non lontana è Niccioleta. Dove decine di lavoratori furono fucilati dai nazisti per aver difeso la “loro” miniera. Molti erano di Santa Fiora ed erano compagni di scuola di Ernesto Balducci. Viene spontaneo ricordare quel che Balducci affermava scrivendo che “il futuro ha un cuore antico”. Ma sottolineando anche che “l’unico tempo degno dell’uomo è il futuro”. Parole da meditare in un ’epoca povera di slancio verso il domani.
In tempi bui, mentre nel “mondo globale” si avvertono sinistri scricchiolii, è dalla riscoperta del senso profondo, e sofferto, di un cammino che possono essere attinte risorse atte a non dismettere la speranza. Nella prospettiva- cui la “Porta del Sole”sembra dischiudere come segno augurale- di un diverso futuro. |