La cultura una vittima predestinata
Il Corriere di Firenze, 14 luglio 2008
Mentre i mezzi di comunicazione concentrano l’attenzione sull’eterna questione delle leggi “ad personam”, vengono al pettine gli effetti di misure “popolari” (e populiste). Come il taglio dell’ ICI. L’assicurazione era che le entrate venute a mancare ai Comuni sarebbero state reintegrate. Ma di fronte al ritardo e alla problematicità dell’arrivo dei rimborsi, si è costretti a prevedere misure drastiche. Clamorosa è quella annunciata dal Comune di Firenze.Con il blocco di un milione di euro destinati ad enti ed associazioni culturali. Realtà importanti e piccole associazioni, per le quali il venir meno anche di un piccolo contributo rischia di essere un duro colpo. Firenze, “capitale europea della cultura”, vive un passaggio problematico. Importanti esponenti fiorentini del mondo della cultura hanno costituito un gruppo di lavoro (deadline) per dare forza alla protesta. Una protesta che non tutti sembrano condividere. In un’intervista, curata da Ilaria Ciuti (“La Repubblica” 12/7/08), il sindaco di Torino, Chiamparino, che ha affrontato problemi analoghi, sorprendentemente dichiara: “Non sono particolarmente amante dei circoli culturali” che “ spesso...sono assolutamente autoreferenziali” e di “ iniziative culturali” che “vengono fatte più per soddisfare se stessi che per altro”. Meglio chiudere un ente culturale che un asilo nodo, sostiene il riformista sindaco di Torino, ipotizzando una singolare contrapposizione e strizzando l’occhio alla rude “concretezza” populista che, in altri momenti, ha efficacemente contrastato.
Sono città e territori, quelli toscani ed italiani, per cui la coltivazione dell’amore per le arti, per il bello, per il patrimonio storico e naturalistico è una vocazione da coltivare.
Ma, nel “mondo rovesciato” in cui viviamo, la ventilata mortificazione delle realtà della “cultura diffusa” rischia di esporci, ancor più nudi e indifesi, allo stringente confronto con le contraddizioni del nostro tempo. |