Obiettivo sull'Altra Europa
Il Corriere di Firenze, 15 settembre 2008
Alcuni avvenimenti hanno riportato l’attenzione su quella che, durante la “guerra fredda”, era l ‘ “altra Europa”. L’Europa centro-orientale, che lo scrittore ceco Milan Kundera chiamava “Europa sequestrata” o “Europa dimenticata”. Poi ci fu l’Ottantanove e le due parti del continente iniziarono un faticoso, ma vitale, processo di unificazione. In Luglio se n’è andato Bronislaw Geremek, storico ed eurodeputato polacco, che alla convergenza fra le due parti dell’Europa aveva fornito un convinto contributo. In Agosto, un’altra perdita ha spostato l’attenzione più a Est. E’ morto lo scrittore russo Solzenicyn. Coraggioso fustigatore dell’universo totalitario dell’ Arcipelago Gulag. Poi esule negli Stati Uniti, durante l’era brezneviana. E protagonista, infine, dopo il rientro in patria, dell’ambigua e ultima fase, in cui, nel nome della “grande Russia”, ha avuto una singolare convergenza con Putin. La parabola di un grande testimone del tempo come Solzenicyn riporta la riflessione su riemergenti interrogativi: quanto è “europeo” un atipico paese bicontinentale come la Russia? quali rapporti sono possibili fra la potenza moscovita e altri paesi dell’ex Urss (Georgia e Ucraina) ? quali relazioni sono pensabili fra i paesi dell ex Blocco sovietico (paesi baltici, Polonia…) e il gigantesco vicino?
Sono domande che si pongono in maniera pressante dopo le vicende sanguinose del conflitto del Caucaso. Che, nel cruento scontro fra Russia e Georgia, scatenatosi attorno al conteso fazzoletto di terra dell’ Ossezia, ha seminato morte e distruzione. E fa intravedere, sul piano internazionale, una nuova “guerra fredda”.
C’è un grande lavoro da fare per l’Unione Europea. Per rendere effettivo il processo di integrazione con i paesi dell’ ex “Europa dell’ Est”, che temono la rinascita dell’espansionismo russo. E per costruire con Mosca un rapporto fondato, congiuntamente, su fermezza e dialogo, per tenere insieme pace, convivenza e rispetto dei diritti dei popoli.
Severino Saccardi
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